degli arcobaleni

questa mattina mi sono alzata tardi, sono rimasta nel regno dei sogni più che ho potuto perché non so cosa stessi sognando ma era un qualcosa di confortante e, voglio dire, buttalo via.
dopo la colazione a base di budino di soia ho aperto il pc, in attesa che la lavatrice finisse il suo dovere così che io potessi cominciare il mio.
facebook, google, wordpress e io che li fissavo con gli occhi piccoli e la bocca morbida, quella di chi ancora non ha pronunciato una parola ad alta voce. e c’era qualcosa di diverso ma io proprio non lo capivo.
poi ho cominciato a notare gli arcobaleni.
su facebook molte persone hanno modificato la propria immagine del profilo aggiungendo un filtro a strisce colorate, grazie ad una applicazione che lo stesso social ha messo a disposizione, che si chiama celebrate pride.
su google l’effetto non è così immediato, il logo sopra la famosa barra di ricerca è rimasto invariato ma se si effettua la ricerca gay pride allora spunteranno una sfilza di ometti colorati che si tengono per mano fra dei cuoricini.
meglio non leggere però le notizie che questa mattina escono sotto perché la più carina parla di aberrazioni della natura mentre un’altra definisce il pride un palcoscenico per frustrati. non sono nemmeno entrata a leggerle perché chiunque abbia pronunciato frasi del genere di certo non merita la mia attenzione, nè quella di nessun altro.
perfino wordpress ha aggiunto una striscia arcobalenata in cima alla sua pagina.

risotti e dintorni - gay
il mondo sta seguendo la giusta direzione, quella direzione che ai tempi di harvey milk si intravedeva ma sembrava così lontana e ancora così poco possibile.
il fatto che l’amore sia una sola unica cosa dev’essere veramente un concetto complicato, probabilmente bisognerebbe fondare una religione per riuscire a farlo comprendere a quelli del family day.
mi capita spesso di provare rabbia verso chi non la pensa come me in questo ambito perché mi chiedo come possa permettersi una persona qualunque di giudicare un sentimento, un modo di essere, una personalità, un’emozione, una unione. bisognerà davvero sentirsi un bel po’ superiori per potersi concedere il lusso di farlo. sentirsi superiori non è mai un bene, me lo ha insegnato socrate durante la mia quarta ginnasio e io mi son detta sai che c’è? questo qui mi sa che ha ragione.
dalla rabbia passo all’indignazione quando sento ancora dire in giro che è una malattia. l’ignoranza è una brutta bestia, che ce volete fa’.
il terzo e ultimo passaggio oltre all’indignazione include un po’ di compatimento e riguarda coloro che non lo ammettono ma sono molto spaventati dal fatto che la nostra civiltà possa esaurirsi completamente a causa delle unioni fra persone dello stesso sesso. ma certo.
indi per cui, mi rivolgo a voi amici del family day perché ho una domanda che mi attanaglia da un po’ e che vorrei sinceramente porvi:

risotti e dintorni - family day


immagine: pinterest

 

 

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