è veramente difficile parlare di parigi senza cadere nelle solite banalità lette e rilette ovunque.
vorrei non dirvi che è una città estremamente romantica e tremendamente affascinante, ma la realtà è che mentirei perché è proprio così.
a quanto pare sono in linea con molti parigini che non amano la tour eiffel, mentre invece non disdegno la piramide del louvre, che per tanti è una bestemmia.
i miei quartieri preferiti sono il quartiere latino, montmartre, ma soprattutto il marais. non esistono altri posti al mondo ugualmente riforniti di piccole botteghe, negozietti vintage, brasserie d’annata. avrei voluto avere più tempo per esplorarli e mi sono ripromessa che tornerò una terza volta solo per perdermici.
il panorama migliore non l’ho visto nè dalla tour eiffel, nè dall’arc du triomphe e nemmeno dal sacre coeur, bensì dal centre pompidou, probabilmente influenzata dalla meraviglia al suo interno. ci sono andata convinta di entrare in un museo e invece ho trovato un laboratorio creativo, una immensa biblioteca dedicata al mio artista preferito al mondo e una esplosione di forme e colori e idee e fantasia introvabile anche solo nel grande louvre.
non ho amato molto gli champs-élysées ma ho adorato l’enorme orologio-finestra all’interno del musée d’orsay.
insomma, questa è la parigi che ho voluto vedere io:
i miei indirizzi utili:
le petit fer a cheval: un graziosissimo ristorantino bohémienne in zona hotel-de-ville
au virage lepic: il ristorantino che più ho amato a parigi, una meraviglia nel cuore di montmartre (ordinate le patate!)
ma bourgogne: un angolo di borgogna nella meravigliosa place des vosges
la maison de verlaine: leggermente fuori porta, ma ne vale decisamente la pena
cafe de l’empire: ottimo per un brunch, magari subito dopo aver visto il musée d’orsay
cafe des deaux moulins: per sentirsi un po’ amélie!