diciamo che mi piace sperimentare.
diciamo che anche quando rimango in città, la mia città, non mi piace annoiarmi.
massimo rispetto per chi riesce a passare i propri fine settimana in casa ma io raramente ce la faccio.
posso resistere un paio d’ore, la durata di un film o di qualche capitolo di un libro, una mattinata intera se mi sforzo, ma non di più. devo almeno uscire a fare colazione/brunch/pranzo/cena/dopocena.
ed ecco quindi da dove nasce questa rubrica. per chi ci abita, per chi la viene a visitare ma anche per chi ci si ritrova semplicemente di passaggio.
ecco ben tre esempi di quello che per me è “un posticino a milano”:
.omelette & baguette (via antonio pollaiuolo, 9 – zona isola)
un nome un perché, da omelette & baguette le uova la fanno da protagonista. sfido chiunque ad entrare in questa luminosissima brasserie in uno dei quartieri più in ascesa della città e mangiare qualcosa che non contenga uova. le alternative, volendo, ci sono: torte salate, quiche, flan, insalate (quella di patate è divina!) e chi più ne ha più ne metta. l’ideale per me è un brunch domenicale, contando che facendo quattro passi ci si ritrova in garibaldi con la sua nuova piazza gae aulenti, corso como, hightech che è uno dei miei negozi preferiti e il nuovo arrivato megastore di eataly.
.cocotte (via benvenuto cellini, 1 – zona porta romana)
anche in questo caso un nome un perché, dato che la maggior parte dei piatti (pochi, ma buoni) vengono presentati in cocotte. menzione speciale per il salmon club sandwich al profumo di lime e per il bancone dei dolci: strabiliante. a due passi da qui c’è il nuovo negozio della catena danese tiger, piazza 5 giornate e porta romana tutta.
.un posto a milano (via cuccagna, 2 – zona porta romana)
neanche a farlo apposta, il terzo “posticino a milano” si chiama proprio così ed è un grazioso ristorante all’interno del progetto cascina cuccagna, che include un mercatino agricolo, un area di baratto e mille fra seminari, incontri e workshop. un angolo di campagna nel cuore della città. il menu cambia in base alle stagioni ed è sempre una gioia per il palato, gli interni sono volutamente incompiuti e quasi tendenti all’industriale mentre l’esterno è un piacevolissimo giardino verde che riporta indietro nel tempo.