durante le passate vacanze di natale sono stata costretta a rimanere a milano per sedici lunghissimi giorni di ferie.
che fortuna, direte voi. che sfiga, avrei risposto io, considerato il fatto che il 90% degli amici era fuori città e che il mio compagn fidanzato lavorava 10 ore al giorno.
ma non mi sono persa d’animo e mi sono messa ad esplorare la mia città, quella grigia città che amo tanto e che non conosco mai abbastanza.
uno dei i tanti giri fatti è stato all’hangar bicocca: ex stabilimento industriale ansaldo-breda magnificamente riadattato da pirelli a spazio (non solo) espositivo votato alla promozione dell’arte contemporanea (si, esatto, proprio quella che fa storcere il naso a tanti perché “sarà mica arte questa”).
innanzitutto, hangar bicocca ospita due opere permanenti. la prima è la sequenza di fausto melotti, impossibile da non vedere, proprio davanti all’ingresso dello spazio, quasi fosse una soglia:
la seconda è i sette palazzi celesti di anselm kiefer, sette mastondontiche torri (sefiroth, melancholia, ararat, linee di campo magnetico, jh, wh, torre dei quadri cadenti) che vogliono rappresentare l’interpretazione della religione ebraica:
inoltre, in quel periodo, si stava tenendo una mostra antologica – islands – dedicata a dieter roth. le opere di roth sono e vengono definite “opere totali” perché riuniscono pittura, scultura, editoria, fotografia e video:
ma non è tutto qui, perché all’interno di hangar bicocca c’è anche il dopolavoro bicocca, un grazioso bistrot bello non solo esteticamente ma anche per ciò che sperimenta a livello di gusto e gestito da coloro che hanno avviato i ristoranti ratanà ed erbabrusca, ormai due piccole istituzioni nel panorama milanese.
in questo momento all’hangar è in corso (fino al 4 maggio) una mostra dedicata a micol assael, dal complicato nome di iliokatakiniomumastilopsarodimakopiotita (l’avrò scritto giusto? mah.) che racchiude cinque installazioni (432hz, vorkuta, mindfall, senza titolo, sub) che dialogano tra loro attraverso il suono e che sono molto curiosa di andare a vedere spero prestissimo.
penso quindi di poter solo ringraziare di vivere in una città come milano. di certo presenta moltissimi difetti (si, è grigia. si, c’è tanto smog. si, ci sono i baùscia. si, piove spesso. si, d’inverno fa freddo.) ma mi da anche la possibilità di confrontarmi con universi come questi, universi che mi fanno sentire una persona completa.