molto furbo cominciare un blog e dopo soli due post abbandonarlo per una settimana.
ero all’estero per una vacanza ignorante. sarà abbastanza come scusante?
una delle mie passioni è girare per il mondo e devo dire che io e il mio compagno (ok, io odio la definzione “compagno”, mi fa sentire vecchia. ma posso ancora usare “fidanzato” all’alba dei 29 anni? si? ok, vada per fidanzato.) siamo molto bravi ad assecondarla, più volte l’anno.
sono tanti i paesi che abbiamo visitato ma a confronto della grandezza del mondo ci appaiono sempre troppo pochi.
per quanto mi riguarda, viaggiare significa conoscere popoli, che siano lontani o vicini, scoprire la loro cultura, i loro profumi, i loro sapori, le loro tradizioni e immergermi totalmente nello spirito del luogo.
è ovvio che, per poter fare a modo nostro, i villaggi turistici sono quasi sempre esclusi. non amiamo l’atmosfera da villaggio vacanze, non amiamo esserci chiusi dentro con tutto un mondo fuori che il villaggio quasi mai rispecchia, anzi. purtroppo, una volta che ne hai visto uno li hai visti praticamente tutti mentre il mondo là fuori è così diverso da luogo a luogo.
ci sono volte in cui, però, soprattutto la necessità di totale relax dopo un periodo massacrante spinge me e il mio fidanzato (tadààn) ad optare per questa soluzione. ed ecco quella che noi definiamo la vacanza ignorante.
questa volta la scelta è caduta sulla repubblica dominicana, in particolare su bayahibe. eravamo già stati ai caraibi, ad aruba per la precisione, ma questo paese ci mancava.
eravamo nel classico villaggio turistico, il catalonia gran dominicus, davvero meraviglioso con i suoi rigogliosissimi giardini, gestito dal tour operator italiano eden viaggi.
all’idea di avere intorno degli animatori avevo già l’orticaria (con tutto il rispetto per chi lavora nel campo, ognuno fa la vacanza che si sente e i balli di gruppo non fanno proprio per me, detto ciò qualche anno fa stavo partendo anche io per fare l’animatrice, quindi…) ma devo ammettere che sono stati tutto fuorché invadenti.
un ciao e quattro chiacchiere non sono mai mancati ma senza insistenza e al primo “no ti prego il risveglio muscolare/acquagym/beach tennis/beach volley/merengue/salsa/ping pong/bocce NO” se ne andavano, sconsolati ma se ne andavano.
devo fra l’altro dire che i tramonti sono belli in tutto il mondo, ma ci sono posti in cui lo sono ancora di più e bayahibe è decisamente fra questi:
l’unica escursione che ci siamo concessi in quel delizioso tran-tran (colazione a buffet, spiaggia, mojito, cuba libre, pranzo a buffet, spiaggia, mojito, cuba libre, doccia, cena in ristorante a tema, mojito, cuba libre, mojito, cuba libre) è stata quella alla isola di saona.
ecco, l’isola di saona sono i veri caraibi. quelli da cartolina, quelli con spiagge bianche immense, palmeti foltissimi, il mare che va dall’azzurro al blu al turchese e ti lascia senza fiato.
l’isola, la seconda più grande della repubblica dominicana dopo la principale, non solo è una zona protetta ma è anche santuario naturale del parque nacional del este, il che fa si che non si possano costruire villaggi, hotel o resort su tutto il territorio, sul quale vivono neanche 500 persone che formano una “piccola” comunità di pescatori.
per una vacanza del genere una settimana è il minimo ma è anche fin troppo.
nonostante tutto è stato piacevole ritornare nella grigia milano, al mio amato inverno, alla nostra casetta e alla nostra quotidianità.
la sera prima di partire, complice una cena a casa con i miei genitori, ho preparato un bel risotto (tu guarda!), ma questa è un’altra storia, la prossima.
Un pensiero riguardo “la vacanza ignorante.”